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Zuccheri naturali calorici: quali sono?

l dolce è uno dei gusti fondamentali ed è spesso associato a una sensazione di appagamento e benessere. Alimenti naturalmente dolci sono la frutta ed alcuni tuberi, ma l’uomo ha trovato il modo di aggiungere dolcezza a molte pietanze differenti. Il più antico tra i dolcificanti è sicuramente il miele, ma oggi ne possiamo trovare un’ampia gamma che comprende sia sostanze edulcoranti caloriche che acaloriche.

Troppi zuccheri fanno male

L’uso purtroppo smodato di alimenti arricchiti di zuccheri ha portato, nel corso del tempo, a non poche conseguenze sulla salute. Nel 2009, l’American Heart Association ha evidenziato una relazione tra eccessivo consumo di zuccheri semplici e alterazioni metaboliche. Benché i meccanismi non siano ancora del tutti chiari, sembra che gli zuccheri semplici favoriscano una maggiore sintesi endogena di trigliceridi (grassi) e colesterolo implicati entrambi nello sviluppo di patologie coronariche.
Inoltre alcuni studi hanno evidenziato che il consumo regolare di bevande e alimenti ad alto contenuto di zuccheri semplici aumenta l’infiammazione e lo stress ossidativo.

Zuccheri naturali calorici: ecco i più diffusi

Vediamo insieme brevemente quali sono i principali zuccheri naturali calorici presenti sul mercato sfusi o aggiunti nei prodotti confezionati che acquistiamo, tralasciando l’ormai noto saccarosio (normale zucchero da cucina):

Miele: viene prodotto dalle api, generalmente, a partire dal nettare dei fiori. Il sapore, il colore e le proprietà nutrizionali possono essere molto variabili a seconda dell’origine. Il miele è composto principalmente da glucosio e fruttosio esattamente come il saccarosio. La differenza è che in questo caso le due sostanze non sono legate tra di loro ma restano separate all’interno della soluzione composta dal 20% circa di acqua e l’80% dai due zuccheri. Può contenere in misura variabile anche antibiotici naturali, enzimi, antiossidanti, vitamine e sali minerali.

Il miele è prodotto dalle api dal nettare dei fiori ed è uno dei dolcificanti naturali più anticamente conosciuto.– Sciroppo di agave: recentemente, ha guadagnato molta popolarità, ma si tratta di un prodotto più processato di quello che le persone comunemente credono. Si ottiene trattando il nettare dell’agave attraverso enzimi e calore al fine di ricavare zuccheri semplici a partire dai carboidrati complessi presenti nella pianta. Lo sciroppo d’agave è molto più dolce del classico zucchero da tavola ed ha una consistenza simile al miele. È formato da piccolissime percentuali di sali minerali e per circa il 90% da fruttosio che è più dolce del saccarosio ma ha un indice glicemico inferiore. Veniva consigliato, per questi motivi, ai diabetici ma recenti studi hanno evidenziato la possibilità che un eccesso di fruttosio porti a diverse alterazioni metaboliche.

– Destrosio: anche conosciuto come glucosio, è lo zucchero più abbondante in natura. Nel corpo umano funge da principale carburante per le cellule, in particolare quelle del sistema nervoso. Si ottiene dall’idrolisi dell’amido di mais e viene comunemente utilizzato nella preparazione industriale di alimenti e bevande. Ha un indice glicemico alto e sarebbe preferibile limitarlo il più possibile.

– Sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS): dolcificante liquido prodotto a partire dall’amido di mais, attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche, enzimi e calore. L’HFCS è ormai utilizzatissimo dall’industria alimentare favorendo così il rischio di incentivare un eccessivo introito di calorie e di fruttosio, con i tutti i problemi che questo comporta.

L’agave è la pianta da cui si ricava uno sciroppo composto per il 90% circa da fruttosio– Sciroppo di acero: molto utilizzato negli Stati Uniti e in Canada, si sta velocemente diffondendo anche nel nostro paese. Si ottiene attraverso la bollitura della linfa dell’acero, albero tipico Nord-Americano ed è composto da una miscela variabile di fruttosio e glucosio con piccole quantità di minerali, in particolare manganese e zinco, e polifenoli. Lo sciroppo d’acero, generalmente tende ad aumentare la glicemia più lentamente rispetto allo zucchero da tavola.

– Melassa: si tratta di un sottoprodotto della lavorazione dello zucchero di canna o barbabietola. La bollitura dello zucchero porta alla formazione di uno sciroppo scuro e denso da cui si estraggono i cristalli di zucchero. Ciò che resta prende proprio il nome di melassa il cui potere dolcificante è inferiore allo zucchero come anche l’indice glicemico.

– Sciroppo di malto (di riso, mais o orzo): lo zucchero che si ricava dei cereali dopo l’attivazione di alcuni enzimi durante il processo di germogliazione. Questi enzimi degradano l’amido e lo convertono in zuccheri semplici, tra cui maltosio. Il malto ha un potere dolcificante minore rispetto allo zucchero ma un indice glicemico più alto.

– Zucchero di cocco: ricavato dai fiori della palma da cocco, viene concentrato per evaporazione fino a che l’acqua si riduce e restano granelli dal colore dorato. Questo zucchero, che ultimamente ha iniziato a diffondersi, ha un sapore gradevolmente dolce ed ha un basso indice glicemico.
Lo zucchero di cocco si ricava dai fiori della palma da cocco

– Zucchero d’uva e di frutta: lo zucchero estratto dalla frutta, in particolare dall’uva, si trova di solito in forma di sciroppo ed è comunemente usato come zucchero aggiuntivo alle preparazioni alimentari. Essendo derivato dalla frutta ha una buona quantità di fruttosio.

Zucchero è sempre zucchero

Per quanto ci affanniamo a trovare alternative allo zucchero bianco, dobbiamo sempre ricordare che sempre di zuccheri si sta parlando. A prescindere dalla provenienza, la via metabolica per la loro digestione è sempre la stessa e tutti gli zuccheri apportano sempre 4 kcal per ciascun grammo utilizzato.
È importante tenere presente anche la variabilità nel potere edulcorante di ciascuna sostanza in relazione all’indice glicemico: è preferibile scegliere dolcificanti con indice glicemico basso per non incidere negativamente sulla salute, ma se il dolcificante scelto ha un potere edulcorante basso e noi siamo particolarmente amanti del sapore dolce, saremo spinti a consumarne di più, annullando di fatto il beneficio.
Non lasciamoci, dunque, ingannare dalla pubblicità e dai “sentito dire”: controlliamo bene le etichette e scartiamo i prodotti con troppi zuccheri aggiunti, cercando di limitare al massimo il consumo.